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EDITORIALE: Il Vaticano ha tremato?

I due libri che, secondo l’usata pubblicità, avrebbero fatto tremare il Vaticano sono usciti ed hanno anche trovato una coincidenza mediatica nell’ultima scena della vicenda dei due corvi. Ora essi sono diventati tre e rinviati a giudizio, con i due giornalisti, sotto l’imputazione di aver diffuso documenti riservati.

Parafrasando una domanda storica (Ist Paris verbrennt?), qualcuno si chiede: il Vaticano ha tremato? Non ha molta importanza rispondere, ma capire qualcosa di più.

La miniera di notizie resa disponibile dalle pubblicazioni reitera anzitutto sia la valutazione negativa che quanti confondono Dio con i preti sogliono esprimere sulla religione sia lo scandalo dei piccoli che ne rimangono comprensibilmente sconcertati. Lo scandalo, con tutto il suo potenziale critico verso l’anima, è inevitabile, secondo la stessa dura previsione del Cristo, e richiederebbe quindi forse più (od oltre) che una reazione giuridica sul trafugamento delle carte, un’azione trasparente di trattamento etico dei fatti, se veri o confermati, che hanno causato o causano quanto nelle carte descritto. Ma qui c’è silenzio.

Secondo il portavoce vaticano, Francesco è a conoscenza della situazione interna del piccolo grande Stato che è stato chiamato (anche) a reggere e per questo lo sta rinnovando. Secondo, invece, i due prelati che hanno portano la documentazione al giornalista, Francesco deve venire a conoscere, deve sapere. Chi ha più ragione? In parte, forse, tutti e due, ma la realtà non è semplice: il papa è un uomo e perfino Colui che egli rappresenta ebbe qualche problema nella scelta dei suoi più stretti collaboratori. Nella specie sembra sia stato proprio Francesco a nominare in commissione qualcuno degli attuali imputati, non considerando i dubbi in proposito avanzati sulle candidature da altri suoi referenti…a qualcuno, quindi, ha dato credito, ad altri no.

Emerge, come sempre, il contrasto fra l’organizzazione del potere burocratico temporale, che anche nella ecclèsia opera nel e per il denaro, e il messaggio evangelico che è un servire il prossimo liberamente dove il denaro è (veramente) solo uno dei mezzi dell’operare, analogo ai sandali per il viaggio (a piedi) o il mantello per il riparo.

E’ verosimile che Francesco papa senta sulle spalle tutto il peso di questa dicotomia.

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