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APOCRIFA: Antipolitica

Più volte, nel passato, ho scritto che a mio avviso il termine ‘antipolitica’ è privo di senso e, in particolare, proprio di senso politico: i cittadini che disertano i seggi o che votano per soggetti contra realizzano atti pienamente e legittimamente politici anche se evidentemente poco graditi a coloro che, dimentichi della realtà e cioè che in democrazia, qualsiasi cosa si intenda per essa, non ci sono rendite di posizione eterne, ma il patto con il cittadino elettore deve comunque essere abbastanza vivo e in ogni caso rinnovabile, ritengono un insopportabile affronto che non li si tenga (più) nella giusta considerazione: chi, stanco, si ribella e cerca altrove ecco che si ritrova ad essere bollato come portatore d’acqua all’antipolitica.

Una sorta di lesa maestà che, però, ha fatto il suo tempo senza, peraltro, che gli spocchiosi se ne accorgessero più di tanto.

Il problema del nostro Paese (occupiamoci di questo, sebbene anche diversi altri -sotto questo profilo- non stiano poi troppo meglio) è che di politici veri ce ne sono pochi e che ancor meno ci sono statisti (nessuno), laddove brulicano i tanti che della politica fanno piuttosto un mestiere più o meno lucroso che un pubblico servizio rivolto alla propria comunità, alla pòlis.

Ora, da un lato, l’affluenza alle urne continua a calare, dal 71 al 67 all’odierno 62 (cifre tonde: non servono alchimie) mentre, dall’altro, ci sono sorprese in alcune grandi città: nella Capitale i 5Stelle sono ora il primo partito, oltre al 35%, mentre i partiti tradizionali scendono clamorosamente come il PD al 17% contro il precedente 26% e FI al 4% contro 13,5%. A Napoli il PD è rimasto fuori ed a Torino, ove le qualità del sindaco uscente erano riconosciute dai suoi stessi competitori, andrà al ballottaggio con i 5Stelle. A Milano c’è una sostanziale parità fra centro sinistra e centro destra (con un bel pacchetto di voti per i 5Stelle, che avrà presto il suo peso) che rispecchia la quasi sostanziale intercambiabilità, a prescindere dalle personali simpatie o antipatie, dei due tecnici.

L’avanzata dei 5Stelle e in particolare a Roma (ad Ostia, il municipio commissariato per mafia giunge quasi al 44%) dimostra che il movimento è in grado di intercettare bisogni veri, lungamente repressi o trascurati da parte della politica autoreferenziale, esposti da parte di numerosi cittadini e che questa sua capacità non è, allo stato, indebolita più di tanto dalle proprie vicende interne.

E’ giusto che sia così: Roma, dimostratasi città mal governata e compromessa ogni oltre limite da parte di vari colori, diventa ora il banco di prova di un nuovo motore da una parte osannato e dall’altra deprecato con quasi pari assenza di misura.

Ma ora dalle parole scritte sulla scheda tecnica da parte dei suoi progettisti (vedremo se più simile al bugiardino dei medicinali o alla presentazione del propulsore) si passa alla prova su strada: a cominciare dall’Atac. Avranno bisogno anche loro, i nuovi, del tempo necessario, ma potranno dimostrare se sono in grado di diventare veramente una forza politica alternativa tenendo presente che gli osanna, particolarmente, tendono a essere meno entusiasti quando si lavora sul serio (a meno che, forse, non accada di intravedere l’uscita dal tunnel e che questo suggerisca di tenere duro e di non ascoltare le altre sirene che prestamente si saranno messe a cantare senza curarsi punto delle proprie appena passate malefatte).

Anche la Lega, nella sua prima versione, aveva acceso diverse speranze di stampo etico prima di arenarsi nei bassifondi della Roma (e neppure solo lei) inguaribilmente ladrona.

Queste sono solo elezioni di ordine amministrativo e, per tradizione, anche un po’ snobbate rispetto alle più importanti elezioni politiche, ma la radice di ribellione contro lo scandalo continuo e il malcostume non è detto sia precaria come le asfittiche distinzioni di coloro che non ammettono mai cercheranno di proporre.

Come se non fosse importante avere anche città abbastanza bene amministrate nei limiti del possibile e della vigente rella (in milanese: periodo di stanca e di scarse risorse): l’avviso potrebbe valere da memento anche per i naviganti milanesi, i due manager che si sono spesi molto in promesse per argomenti ove la competenza del sindaco è marginale: sicurezza e tasse.

Luca Pedrotti Dell’Acqua

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