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A proposito del gioco d’azzardo e della sua (ambigua) attrazione, ricordo la saggezza pratica di mio padre quando divenni maggiorenne. Un pomeriggio verso sera, eravamo in vacanza, mi invitò ad andare con lui. Ce ne andammo accompagnati dallo stupore di mia madre e di mio fratello minore e mi condusse ad un noto Casinò nel quale entrammo e mi fece senza fretta girare per le sale. Ricordo ancora adesso, dopo tanto tempo, la sensazione sgradevole che ne trassi: le espressioni dei giocatori, la loro solitudine, la loro tensione, l’aria avvizzita dal fumo nonostante le grandi finestre aperte sull’estate dietro le tende, i

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«Secondo l'art. 43 comma, 4 bis della L. n. 38 del 15 marzo 2010 pubblicata sulla G.U. n. 65 del 19 marzo 2010 e in vigore dal 3 aprile 2010, vi è la possibilità di utilizzare la normale ricetta del SSN in luogo della ricetta a ricalco per prescrivere, nel trattamento del dolore severo, tutti i farmaci dell’Allegato III-bis, anche quelli compresi nella sezione A. In pratica divengono prescrivibili sulla normale ricetta del SSN anche i medicinali rimasti in tabella II sezione A, quali ad esempio la Morfina fiale limitatamente all’impiego nella terapia del dolore». Il D.P.R. 9 ottobre 1990 n.

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Una parola dal significato essenzialmente ludico, come gioco, può connotarsi di sostanza invece ben tragica. Dichiaro subito la mia netta avversione al gioco d’azzardo e quindi quanto dirò non sarà, evidentemente, neutro né obiettivo. Né, questa volta, intendo esserlo. Riflettevo -dopo avere recentemente letto pubblicità affisse su tram o bus che annunciano la possibilità di giocare d’azzardo anche tramite il cellulare (se ne sentiva il bisogno: così si potrà giocare anche da ricoverati in ospedale) come in poco tempo (non più di una manciata di mesi) l’invito al gioco d’azzardo sia andato manifestandosi in modo particolarmente efficace trovando, sfortunatamente, terreno anche troppo

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Il medico che attesti falsamente in una ricetta fatti dei quali la ricetta stessa è destinata a provare la verità, commette il reato di cui all’art. 480 C.P. punito con la reclusione da tre mesi fino a due anni. Può costituire detto reato ad esempio, la condotta del medico che fa ottenere all’assistito esenzioni cui il paziente non ha diritto o medicinali di cui non ha bisogno personalmente.Proseguendo nel ripasso della redazione corretta a tutela del medico, pubblichiamo i consigli editi dalla ASL di Parma in collaborazione con Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma e gli Ordini Professionali dei Medici e

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Reduci da mezzo secolo di vita, recentemente si sono ritrovati nell’Aula Magna del vecchio Liceo allievi della Maturità 1962 per un augurio ai maturandi di oggi. Alcuni hanno scritto una pagina circa il senso dell’esperienza avuta: questo è il pensiero di un ex della III C del Parini di Milano. …Ognuno incontra insegnanti (non solo a scuola), ma sono pochi a dargli qualcosa che rimanga nel corso della vita: per me quanto mi sono portato dietro corrisponde a due professori: Luigi Canesi (greco) e Aurelia Cecconi (storia e filosofia). Il primo mi ha comunicato una Grecia di uomini liberi, sobri e dall’ardita

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«Importante richiamare l’attenzione sulle conseguenze di prescrizioni mediche improprie che non si limitano ad eventuali sanzioni legate al diritto amministrativo o penale ma investono anche il rapporto convenzionale con l’ASL ovvero anche la possibilità di esercitare la professione (responsabilità disciplinari). Le sanzioni a cui si espone il medico prescrittore sono ovviamente graduate a seconda della gravità dell’infrazione commessa, limitandosi a quelle amministrative-pecuniarie nelle ipotesi più lievi; arrivando alla pena detentiva, con sospensione o cancellazione dall’Ordine e revoca del rapporto di convenzione, nelle ipotesi più gravi». (Dott. Fabio Pinelli, ASL Parma). Le segnalazioni da parte di medici di sanzioni emanate nei loro confronti

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Chi si occupa di politica, anche quando lo fa di professione (disgraziatamente per lui e  -a maggior ragione - per i cittadini), è tenuto a dire la verità ed a comportarsi conseguentemente in tutta sua coscienza e conoscenza. Gli amministrati non vorrebbero mai essere costretti a pensare che chi li guida (lasciamo perdere i leader, anche se il termine significa la stessa cosa) in un dato momento storico preferisce al bene comune (per il quale è stato eletto/chiamato) il tornaconto proprio o della propria parte. Ora l’attuale Governo, composto in buona parte da rispettati tecnici, e non do al termine alcun

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Si sono svolte le elezioni amministrative in una rilevante parte del territorio nazionale: precedute da una (apparente) disattenta sordina della maggioranza degli esponenti politici e seguite da sconcertanti dichiarazioni da parte dei prima mutoli stessi soggetti. Stando alle notizie di stampa, c’è chi avrebbe detto che non si incontrerà più con gli altri segretari di partito: siccome ha perso la colpa -come sempre- è degli altri: quindi meglio soli che mal accompagnati. C’è chi avrebbe detto che il suo partito si è rinforzato (perché si è limitato a perdere oltre 90.000 elettori) e che quindi ora avrà diritto ad un maggior

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L’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), nel volume dedicato alla Mobilità sanitaria (Quaderno di Monitor n. 9/2012 ), sottolinea che i cosiddetti “viaggi della salute” si generano quando il paziente verifica o giudica l’offerta di diagnosi e cura nel proprio territorio non confacente alla sua patologia, costringendolo a cercare una soluzione altrove. Il Servizio sanitario Nazionale garantisce l’uguaglianza di tutti i cittadini nella disponibilità di cure ma nella realtà l’accessibilità e la qualità delle stesse sono spesso distribuite in modo ineguale nel Paese. Dal Quaderno di Agenas emerge, ad esempio, che nel sud del Paese a fronte di indicatori

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A fronte dell’inquietante oltre che crescente fenomeno di persone con cariche politiche, sia nazionali sia territoriali, inquisite da parte della magistratura penale ci si trova sempre con, sostanzialmente, la medesima risposta: che deve valere per tutti i cittadini, politici compresi, la presunzione d’innocenza poiché diversamente non più giustizia sarebbe, ma giustizialismo (la così detta giustizia sommaria che conduce al regresso degli indici di civiltà). La risposta è tecnicamente perfetta in quanto -oltre a tutto- corrispondente al secondo comma dell’articolo 27 della Costituzione, ma non può sottrarsi a due considerazioni peraltro strettamente collegate. La prima: funzione fondante dell’ordinamento giuridico penale è sia assicurare

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