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EDITORIALE – Passata la festa, passa anche la competenza

Da notizie di stampa si apprende che nel centro della capitale, davanti all’arco di Giano, sia rimasta per oltre un mese (ignoro se poi l’abbiano levata o sia ancora in loco) sul suolo pubblico la statua a grandezza naturale di un rinoceronte utilizzato per una festa privata.

Dalla pubblicata immagine del corazzato perissodattile sembra poter dire che si tratti di opera, nel suo genere, verosimile e di certo più dignitosa di tante altre che, nelle nostre città, sono con largo ottimismo etichettate quali “arredo urbano”.

Inoltre, trattandosi di quadrupede notoriamente in via d’estinzione a motivo dei bracconieri, la sua statuaria e fisica presenza può perfino valere da garbata metafora valida a memento per la capitale medesima sebbene questa -con qualche larghezza non sempre giustificata dalla realtà- si consideri apoditticamente eterna (indipendentemente dalle condizioni in cui, nell’eternità, potrebbe trovarsi a sopravvivere).

Ma il lato più interessante della vicenda non è tanto lo stupore dei turisti (si stupissero solo di questo, i poveretti) o il desiderio peraltro legittimo dei residenti di farsi levare di torno l’inquietante presenza, quanto piuttosto la sua ufficiale prospettiva formale e burocratica.

Pretermesso, come sembrerebbe, l’antico principio che chi mette anche toglie (di solito), si è presto realizzata la ben conosciuta nostrana altalena della ricerca della competenza la quale, ove non ci sia da acquisire sic et simpliciter meriti senza impegnarsi, è quasi sempre indaginosa e non di rado riserva sorprese.

Così raccontano che l’avvocato del comitato dei residenti abbia scritto, senza costrutto, al gabinetto del Sindaco. Dalle nostre parti, i soggetti pubblici interpellabili sono in ogni modo numerosi e non bisogna mai scoraggiarsi, ma la palma della risposta vincente (allo stato, si capisce, e in attesa di una che la superi) spetta all’ufficio che, prima dell’evento, provvide a rilasciare il nulla osta e che, interpellato per il dopo, ha precisato come lo scrivente si è limitato ad autorizzare esclusivamente il posizionamento di strutture tecniche funzionali alla realizzazione dell’evento.

Passata la festa, passa anche la competenza.

E si pensa di governare: un quartiere, una città, un Paese!

Ai tempi -che cominciano a diventare aurei perfino loro (nell’ineccepibile storicismo onde gli anni addietro hanno sempre il culo più roseo, definizione non mia, ma della signora Nell Kimball)- della prima Repubblica sarebbe probabilmente bastato un vigile (a Milano era regolarmente sulle strade, ben più pulite di ora, e si chiamava ghisa prima che la trasformazione del corpo in polizia locale gli donasse l’ invisibilità) con un avvertimento e quindi, in difetto, il camion della nettezza urbana.

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