HomeDialogandoNewsletterApprofondimentoL’APPROFONDIMENTO – Da Buddha a Erickson: non smettere di crescere mai

L’APPROFONDIMENTO – Da Buddha a Erickson: non smettere di crescere mai

(la prima parte di questo articolo è stato pubblicato sul precedente n. 148)

3. Iniziativa vs Colpa (3-5 anni)
La terza tappa prevede il rafforzamento, da parte dei bambini, del loro potere e controllo sul mondo.
E’ una fase di grande valore per le future relazioni sociali.

Quando il bambino raggiunge un buon equilibrio tra iniziativa individuale e capacità di lavorare con gli altri, diventerà un adulto capace di cooperare e guidare.

Coloro che non riescono ad acquisire questa abilità saranno invasi da mancanza d’iniziativa, rabbia o senso di colpa (esiste comunque, in Erickson, anche una misura in cui il senso di colpa svolge un ruolo positivo, ovvero quando mostra la capacità del bambino di riconoscere quando ha fatto qualcosa di sbagliato).

4. Laboriosità vs Senso di inferiorità (5-13 anni)
I bambini iniziano a svolgere compiti più complessi.
Il loro cervello raggiunge un alto grado di maturità e questo consente loro di iniziare a gestire le astrazioni. In questa fase iniziano a riconoscere le proprie abilità e quelle dei coetanei. Talvolta insisteranno per ricevere compiti più impegnativi e quando riusciranno a portarli a termine si aspetteranno una lode o ricompensa.

Emerge il concetto di “competenza”. I bambini sviluppano fiducia nelle proprie capacità di gestione dei compiti che vengono assegnati. Un altro risultato importante è che iniziano a calibrare in modo realistico le sfide che sono capaci di affrontare e quelle ancora inadatte. Se i bambini non riescono ad applicarsi in compiti appropriati, compare un sentimento di inferiorità. Questo può essere affrontato dal genitore attraverso un aiuto stimolante e incoraggiante.

Se il bambino non riceve un sostegno emotivo per i propri errori è possibile che deciderà di scartare a priori qualsiasi compito difficile per paura di rivivere quella sensazione negativa. È importante considerare anche lo sforzo fatto dal bambino e il suo impegno quando si propone un compito e si valuta il risultato.

5. Identità vs Dispersione (13-21 anni)
I bambini diventano adolescenti: scoprono la propria identità sessuale e iniziano a figurarsi un’immagine di quella “persona futura” cui vogliono assomigliare. Solidificano una propria identità.

Non completando correttamente questa fase, da adulti saranno continuamente in balia dei giudizi o del bisogno di corrispondere alle aspettative altrui, in una lotta fallimentare spesso falsata dalla loro stessa disistima di partenza.

6. Intimità vs Isolamento (21-39 anni)
L’età cresce e ora parliamo di iniziativa. Dopo che la persona ha stabilito la propria identità, cognitiva ed emotiva, è pronta a prendere impegni anche a lungo termine con gli altri.

Diventa capace di costruire relazioni intime reciproche e volontariamente accetta i sacrifici che tali relazioni richiedono. In caso contrario può iniziare a credere di non essere all’altezza degli altri e questo può portare a isolamento o tendenze autodistruttive.

7. Generatività vs Stagnazione (40-65 anni)
E’ l’età della produttività.

Generatività significa prendersi cura delle persone attorno a sé al di là dei legami familiari stretti. Significa aprire il proprio io ampliando il proprio mondo.

In questa fase le persone riconoscono che la propria vita non riguarda solo loro stessi. Attraverso le loro azioni, cercano di dare contributi utili per coloro che verranno.

La generatività non è ritenuta da Erickson una fase strettamente necessaria per l’adulto, tuttavia la sua mancanza può privare una persona di un maggiore senso di realizzazione.

8. Integrità vs Disperazione (dai 65 anni in su)
L’invecchiamento appare spesso come una somma di perdite e questa prospettiva colora di tristezza questa età.

In Erickson accade tutt’altro: la persona diventa un riferimento di luce e saggezza. E’ chiamata a raggiungere una visione più ampia della propria esistenza; ne riconosce l’importanza non solo per sé e per i propri desideri, ma anche per gli altri.

Il ruolo dell’anziano è quello dell’integrità. In tal senso è considerato importante per il bambino e l’adulto perché incarna un modello di serenità che diventa fonte di sicurezza e ispirazione.
Dunque, non è il perenne mantenimento dello stato precedente che caratterizza un individuo sano, ma il saper vivere pienamente il significato e la sfida della propria età.

Anche il Buddha mette bene in chiaro: “Torna al presente e porta luce lì dove sei”. Le proiezioni, paure, giudizi, attaccamenti sono quanto di più nocivo e non veritiero ci sia. Sono prodotte dalla lente deformante della mente intrisa da ignoranza e rafforzano l’ignoranza stessa e il ciclo della sofferenza. Per questo serve coltivare una mente, che diventa via via silenziosa e chiara. Libera dal proprio rimuginare.

Occorre impegno.

Ma la buona notizia è che tutti abbiamo la mente del Buddha! E anche lui fece la sua bella fatica in questo cammino…ma quanto buoni e radiosi sono i risultati già a ogni passo.
Erickson sottolineava l’importanza del sapere: conoscere queste fasi e non stare ancorati al proprio pensiero.

Egli afferma: “Che la gente non sappia come fare ad avere successo è male. Ma il peggio è che non sanno neppure come fallire”.

Getta una chiara luce su come l’apertura, lo studio e la consapevolezza siano di aiuto.

“Ancora oggi a 85 anni – afferma il Dalai Lama- io studio e rinnovo i voti e gli impegni ogni mattino appena mi alzo, richiamando alla mente la corretta visione e l’impegno alla compassione, alla Saggezza, alla Liberazione e alla Vacuità”.

 

Elena Greggia, orientalista e ricercatrice

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