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APOCRIFA – Biologico (e biodinamico) (2)

Mentre ‘biologico’ è un termine molto usato, a proposito e a sproposito, ‘biodinamico’ sembra (per ora) godere di minore attenzione, anche forse perché non ancora ben conosciuto al di fuori della cerchia dei suoi adepti.

Vediamo di scavare un poco nella sua genealogia.

La biodinamica emerge dall’opera intellettuale di Rudolf Steiner (nato nel 1861) e, in particolare, da una serie di conferenze da lui tenute nel 1924, un anno prima della morte, denominate Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura che sono alla base di un (suo) apposito corso sull’agricoltura informato ai suddetti principi:

[…] Proprio nell’agricoltura si mostra che è necessario trarre dallo spirito forze oggi del tutto sconosciute, non solo nel senso di un qualche miglioramento dell’agricoltura; il loro vero significato è quello di rendere possibile la continuazione fisica della vita sulla terra, dei cui frutti l’uomo deve infatti vivere […]

Questa breve, ma significativa frase ‘rendere possibile la continuazione fisica della vita sulla terra’, mantra dei tanti che propugnano un orientamento ecologista (indipendentemente -per via della sua genericità- dal fatto che sia attribuita a Steiner) è sostanzialmente il trait d’union che collega l’interesse odierno verso la biodinamica  e la sua genesi.

Rudolf Steiner, suddito austro-ungarico laureatosi al Politecnico di Vienna, fu filosofo e pedagogista (tra l’altro formatore dei docenti e rettore spirituale della prima scuola a indirizzo steineriano o, meglio, a metodo Waldorf, Stoccarda 1917). Verso la fine dell’Ottocento conosce la teosofia dell’ucraina Helena Blavatsky (secondo la definizione stessa della signora, la teosofia è: sintesi della scienza, della religione e della filosofia) la quale, applicatasi a filosofia, esoterismo, occultismo e anche medium è co-fondatrice a New York, nel 1875, della Società Teosofica.

Nel 1913 Steiner fonda l’antroposofia (sapienza dell’uomo), disciplina esoterica che ritiene di poter studiare in modo scientifico e unitario la realtà fisica e la dimensione spirituale dell’essere umano concependole come un’unica manifestazione divina in continua evoluzione.

Diventerebbe quindi, l’antroposofia, il tramite per un’elevazione in termini di superiori conoscenze e superiore moralità.

Questa scienza dello spirito, passati nondimeno i generali entusiasmi che hanno accompagnato le prime fasi del rapido progresso scientifico in tutti i campi dello scibile e inopinatamente ri-trovatosi l’uomo, che riteneva di essere oramai giunto ad aprire il libro della conoscenza, davanti al mistero sempre più profondo dell’universo in itinere, è oggi per lo più considerata, salvo ovviamente che dai suoi adepti, una pseudoscienza a motivo della sua pretesa di studiare con metodo scientifico entità metafisiche non affrontabili in questa modalità.

In ogni modo, tornando al tema principale, possiamo partire dalla considerazione che per l’agricoltura bio-dinamica l’universo sia un unicum cui tutti gli elementi (uomini, animali, vegetali, minerali) partecipano influenzandosi a vicenda e sia quindi, essa agricoltura, un ecosistema da tutelare nel suo complesso.

Ma dal dire (governare l’agricoltura in armonia con l’ambiente e con la sua necessaria conservazione) al fare (con quali modalità pratiche) il passaggio non è semplice, anzi.

Gli agricoltori seguono usi e costumi a genesi sperimentale le cui origini affondano nel tempo, come la rotazione delle culture o le epoche dei trapianti o la consociazione delle specie, senza dimenticare le fasi lunari per semine e potature, oltre a tradizioni e anche superstizioni ancestrali, ma la pratica delle fertilizzazioni per il tramite, a esempio, del cornoletame (preparato 500), del cornosilice (preparato 501) e della dinamizzazione dell’acqua non sono, a tutto voler concedere, di agevole comprensione o confortante affidabilità.

Vediamone le rispettive presentazioni (riportate in originale, senza interventi neanche formali) presenti su siti dedicati.

CORNOLETAME:
Cosa è: è letame fresco di vacca compostato ed interrato in un corno di mucca da S. Michele a Pasqua e che si presenta quando si dissotterra come humus, scuro, inodore, fresco, umido e colloidaleA cosa serve:è uno “lievito” dei processi vitali della terra, può essere considerato un attivatore della formazione dell’humus e della radicazione delle piante.Processa nel terreno e sull’apparato radicale le forze dei pianeti sottosolari (Luna, Mercurio e Venere)Dove e quando si usa:

•Si spruzza principalmente al terreno in primavera ad inizio vegetativo ed anche in autunno prima delle semine

•Si può adoperare per il bagno radici prima dei trapianti (30 minuti)

•Si può adoperare per il bagno sementi (spruzzare la sera prima sui semi e lasciarli coperti)

•E’ ottimo usarlo nell’allestimento della pasta per tronchi

Come si conserva e come si usa:

Si conserva in una cassa di legno ricoperta di torba e può essere così conservato per almeno 2 anni da quando è stato estratto dal cornoquando si usa va dinamizzato per un’ora nel pomeriggio/sera e la dinamizzazione dura per alcune ore (3)

da spruzzare sul terreno SEMPRE con umidità nel terreno. 

CORNOSILICE:

Attraverso questo preparato vengono concentrate e potenziate le forze luminose proprie della silice. Tale concentrazione ha un effetto notevole sulle piante sia erbacee che arboree: potremmo dire che le avvolge di luce e quindi stimola tutto quello che la luce provoca nella fisiologia vegetale e quindi in modi diversi a seconda della fase fenologica della pianta.

Il 501 si prepara frantumando, triturando e setacciando cristalli di quarzo bianco con mortaio lastra di cristallo pesante e setaccio e in seguito la polvere finissima che se ne ottiene viene inumidita a fare un pastone e inserite in corna di mucca e messe sotto terra, da Pasqua a fine aprile fino all’autunno.

Dopo aver dissotterrato le corne si preleva la polvere bianca della silice e si conserva alla luce pronta ad ogni uso. Quando serve viene mescolata all’acqua a temperatura ambiente dinamizzandola per circa un’ora e distribuita nebulizzandola finemente sulle piante. Il momento in cui si distribuisce varia a seconda degli obiettivi che abbiamo.). 

E quanto alla DINAMIZZAZIONE:

Che cosa è la dinamizzazione: è un processo di movimento ritmico e di caotizzazione e conseguente ricreazione guidata con formazione di vortici destrorsi e sinistrosi che consente di comunicare l’informazione di un principio attivo con ogni molecola d’acqua. Per ottenere questo occorre avere un’acqua con pH inferiore a 7 ed un riscaldamento, a gas o legna, attorno ai 36-38° della stessa acqua.

La dinamizzazione è il punto fondamentale e basilare dell’agricoltura biodinamica e ne rappresenta il fattore centrale per l’attivazione del preparato biodinamico. L’allestimento e la conservazione del preparato bd sono i fattori basilari che si esprimono poi nella dinamizzazione e nella spruzzatura dello stesso preparato. Si potrebbe dire che:

1. Il preparato biodinamico rappresenta l’elemento terra ed è la musica delle sfere o le vibrazioni che vogliamo portare al terreno od alla pianta

2. L’acqua da dinamizzare e la sua qualità rappresenta l’elemento acqua e ne è l’amplificatore ed il messaggero

3. L’aria e la luce che si sviluppano ed agiscono durante il movimento vorticoso e la creazione e la rottura del vortice rappresentano l’elemento aria e rappresentano l’energia, l’amplificazione o la potenza

4. Il calore dell’acqua da dinamizzare, il calore presente nell’aria al momento della dinamizzazione, la pressione atmosferica, le azioni agenti nel momento della dinamizzazione dei pianeti del sistema solare e zodiacali ed il fondamentale entusiasmo e calore fisico di chi dinamizza uniti alla coscienza ed alla consapevolezza del suo gesto, oltre che la chiarezza dei suoi pensieri sono il musicista, il cantante od il coro (se si alternano più persone a dinamizzare).

A questo punto il lettore ha una prima traccia per, se gli interessano, tentare le proprie valutazioni.

Da un lato si osservano le contestazioni degli scienziati, in particolare sull’equiparazione prevista dalla legge in itinere della agricoltura biodinamica alla biologica e, dall’altra, una evidente manifestazione della biodiversità sociale (ecco che ritorna implacabile il suffisso bio):

produzioni agricole tradizionali, biologiche, biodinamiche e ogni altra variazione proveniente dagli agricoltori, rectius dagli imprenditori agricoli, stanno a dimostrare che la differenziazione dei metodi di produzione può creare valore (monetario) per produttori e valore (ideologico) per consumatori secondo gusti, propensione alla spesa, tendenze, convinzioni e, non ultimo, manie.

L’Unione europea non è più orientata a farsi carico dei costi della sovra-produzione agricola e le metodologie che naturalmente limitano la produzione, in quanto meno efficienti, sono trattate con comprensibile attenzione.

Premesso che il principio di libertà suggerisce di lasciare libertà d’inventiva e d’azione ai produttori agricoli (ovviamente con il limite invalicabile della sicurezza) e libertà di scelta (e di spesa) ai consumatori (per le cose in cui credono), sembra effettivamente poco produttiva un’interlocuzione basata sulle prove (ci sono, non ci sono) poiché l’ideologia poggia su palafitte che comprendono cultura e valori non necessariamente condivisi (né tantomeno criticamente accertati), ma riferentisi alle c.d. pseudo scienze la cui fortuna attuale è probabilmente spinta anche da istanze psicologiche di insoddisfazione e di ricerca altrove.

Ma, a prescindere dal principio di libertà che non si intende vulnerare, emerge che ricomprendere, con varie conseguenze fra cui anche quelle economiche, una pratica come l’agricoltura bio-dinamica (disciplinata da regole riferibili a una società privata di origine tedesca) in una legge della Repubblica sia effettivamente eccessivo e temerario.

A parte tutta la larga fascia di altre applicazioni (più o meno magiche) che potrebbero aspirare a seguire l’esempio, se i padri coscritti votano senza leggere quali siano i fondamentali della bio-dinamica (e. g. dinamizzazione, preparato 500, preparato 501) rischiano di esporre, come già detto dalla professoressa Cattaneo, l’assemblea legislativa al ridicolo, mentre se li hanno approfonditi e li condividono talmente da metterli in legge (all’unanimità) si dovrebbero preoccupare ancor più i loro elettori.

LMPD

(la prima parte di questo articolo è stata pubblicata sul precedente numero 164)

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