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DAL MONDO SANITARIO E SCIENTIFICO – Monkeypox

L’epidemia così detta di ‘vaiolo delle scimmie’ (fino a quando la OMS non avrà individuato una denominazione maggiormente scientifica) continua a espandersi a livello mondiale (più di 16.000 casi in 75 paesi) al punto da indurre la Organizzazione Mondiale della Sanità, alcuni giorni or sono, a dichiararla una emergenza sanitaria pubblica di interesse iinternazionale.

E’ la seconda volta che questo avviene in due anni, dopo la tragica esperienza del Covid-19 (la denominazione di emergenza era infatti usata per Covid e poliomelite e ora copre anche il vaiolo delle scimmie) e risulta sia stato il direttore della OMS in persona il quale, mentre il gruppo di esperti tracheggiava nelle discussioni (dum Romae consulitur … ) non riuscendo a trovare un accordo in merito, ha rotto gli indugi a fronte del fatto che il numero degli infettati si è quintuplicato da quando, nello scorso giugno, il team di esperti si era riunito per analizzare lo scenario specifico e deliberare.
Il dottor Tedros ha comunicato alla stampa che anche di questa novella epidemia si sa troppo poco, ma, attendibilmente reso sensibile in modo particolare dalla vicenda Covid-19 e nel tentativo di fare evitare alcuni errori, ha sottolineato l’esigenza di una risposta internazionale coordinata (per controllare un’epidemia i paesi devono condividere e coordinarsi: informazioni, vaccini, trattamenti, ricerche, esperienze etc).
Quasi tutte le infezioni all’esterno dell’Africa, in alcuni paesi del quale continente la malattia esisteva da tempo, si sono verificate in soggetti di sesso maschile che hanno uso di rapporti con uomini e sull’argomento hanno iniziato anche a farsi sentire le comunità LGBT contestando, a carico del vaiolo delle scimmie, una disattenzione generale non dissimile da quella che accompagnò il radicarsi dell’epidemia H.I.V.

(da NYT, 27 luglio 2022)

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