HomeDialogandoNewsletterApprofondimentoL’APPROFONDIMENTO – Dunning Kruger

L’APPROFONDIMENTO – Dunning Kruger

Leggendo i quotidiani e osservando la vita di tutti i giorni ci è capitato spesso di notare che alcune persone, palesemente prive di particolari abilità di tipo intellettuale o sociale, abbiano invece una altissima opinione di sé e delle proprie prestazioni.
La definizione colloquiale di queste persone è “palloni gonfiati”, ma in questo millennio è disponibile un’alternativa colta e possiamo definirli “Dunning Kruger”.

Infatti nel 1999 i due ricercatori statunitensi David Dunning e Justin Kruger pubblicarono un articolo nel quale descrissero l’effetto caratterizzato dalla sovrastima delle proprie abilità. Tale effetto ebbe ampia circolazione nella stampa scientifica (e non) tanto da essere denominato con i cognomi dei due autori dell’articolo.

L’effetto Dunning Kruger si dimostrò misurabile in diversi ambiti: dal senso dell’umorismo (chi apparteneva al 12° percentile pensava di essere al 58° percentile), al ragionamento logico (chi apparteneva al 12° percentile era convinto di essere addirittura al 68° percentile) e alle capacità grammaticali (anche qui i low-performer tendevano a sovrastimare di gran lunga le loro abilità).

Ciò autorizza a pensare che chi è incompetente in un certo ambito è danneggiato due volte: in primo luogo perché la sua errata convinzione di essere perfettamente adeguato al compito lo porta a commettere errori, in secondo luogo perché la sua incompetenza gli impedisce di accorgersi di quanto è inadeguato e di riconoscere gli errori fatti.

Un ulteriore aspetto da non trascurare è che gli incompetenti, anziché essere disorientati e cauti nell’agire, tendono piuttosto ad avere un’irragionevole fiducia in sé stessi sulla base di una competenza falsamente percepita e agiscono (spesso impulsivamente) di conseguenza.

In tempi più recenti le ricadute dell’effetto Dunning Kruger sono state riscontrate ben oltre l’anedottica personale, fino a fornire possibili chiavi di lettura di eventi di grande portata in ambito sociale (come le teorie complottistiche) e politico (come la presidenza Trump).

Sembra insomma che la società nel suo insieme si trovi oggi a essere progressivamente sempre più invischiata in una sorta di effetto Dunning Kruger collettivo.

Qualcosa di simile sta avvenendo anche per il fenomeno che viene comunemente considerato l’opposto dell’effetto Dunning Kruger: ovvero il fenomeno dell’impostore. Si tratta di una situazione in cui persone di successo hanno la sensazione di aver raggiunto i loro soddisfacenti traguardi non per le loro reali competenze ma per la disattenzione di chi non si è accorto dei loro difetti o per mera fortuna: per questo si sentono degli impostori.

In ambito psicologico il fenomeno dell’impostore viene fatto risalire a elementi propri degli individui che lo manifestano, con particolare riferimento alla loro insicurezza e alla loro mancanza di autostima.

Oggi invece si fa notare che esiste un ruolo della società nel suscitare il fenomeno dell’impostore specie negli individui più vulnerabili (come le donne e le persone appartenenti a minoranze culturali). Secondo questa analisi, il senso di inadeguatezza può essere favorito a livello sociale (dall’esistenza di stereotipi negativi duri a morire), a livello lavorativo (dalla presenza di “culture” che incoraggiano determinate categorie a danno di altre, anche con ricadute sui trattamenti economici) e a livello interpersonale (dove il senso di appartenenza paritetica al gruppo può essere messo in crisi da atteggiamenti sopraffattivi di varia natura).

Sulla base quanto scritto fino ad ora, potremmo avanzare il sospetto che la nostra società sta diventando più stupida e che con l’effetto Dunning Kruger contribuisce a far sentire impostori individui dotati in realtà di ottime competenze.

Aveva proprio ragione Bertrand Russell quando sosteneva: “The trouble with the world is that the stupid are cocksure and the intelligent are full of doubt”.

Davide Caramella

Print Friendly, PDF & Email