HomeDialogandoNewsletterApprofondimentoL’APPROFONDIMENTO – Longevità

L’APPROFONDIMENTO – Longevità

Da quando i nostri antenati si sono separati dal progenitore che abbiamo in comune con gli attuali scimpanzé, la durata della nostra vita è aumentata significativamente.

Oggi possiamo dire con certezza che la longevità è stata una delle caratteristiche essenziali acquisite dalla nostra specie nel corso dell’evoluzione insieme ad altre più note quali: l’andatura bipede, la perdita di gran parte dei peli corporei, l’aumento del volume del cervello, l’uso di utensili, la comparsa del linguaggio.

Molti studi in ambito evoluzionistico sono ancora in corso per comprendere le influenze reciproche di queste peculiari caratteristiche e per chiarire come da questo “mix” sia emersa in appena 6 milioni di anni una specie atipica come Homo sapiens.

Un fatto certo è che noi siamo longevi e che nel corso della nostra lunga vita sono presenti scansioni temporali diverse rispetto a quelle dei primati evolutivamente più affini a noi (allattamento abbreviato, infanzia e adolescenza prolungate e – nelle donne – decenni di vita post-riproduttiva).

Due recenti successi della medicina fanno riflettere su ulteriori aspetti della longevità umana non presi in considerazione finora.

Iniziamo con il trapianto di organi ultracentenari. Nello scorso mese di Novembre, due ospedali toscani hanno collaborato in un’impresa mai tentata prima: quella di effettuare il trapianto del fegato di una donatrice deceduta all’età di cento anni e dieci mesi. La complessa organizzazione logistica e le sofisticate procedure chirurgiche del trapianto si sono svolte in modo impeccabile e il ricevente del fegato ultracentenario è in buone condizioni. Vale la pena notare che la longevità del fegato è confermata anche dalle donazioni provenienti da persone di età superiore agli ottanta anni, che oggi costituiscono più del 10% delle donazioni complessive.

Il secondo successo è ancor più sorprendente. Si tratta del recente impianto in utero di tre embrioni avanzati da una procedura di fecondazione in vitro fatta nel 1992 e rimasti congelati per trent’anni. Due di questi embrioni hanno dato origine a una coppia di gemelli nati in buona salute e accolti da genitori con forti convinzioni religiose che hanno dichiarato di aver voluto “adottare” gli embrioni, nei quali essi vedono la manifestazione della volontà divina. È curiosa la loro spiegazione del perché abbiano scelto embrioni congelati da lungo tempo: in questo modo hanno voluto favorire quelli che avevano atteso di più.

Relativamente al trapianto di fegato ultracentenario, il tempo dirà per quanto l’organo potrà continuare a funzionare correttamente a beneficio del ricevente.

Per quanto riguarda la crioconservazione, si può osservare che questa sembra davvero “fermare il tempo”, tanto che non siamo in grado di dire se un embrione sottoposto a conservazione a temperature bassissime sia in condizioni diverse se scongelato dopo poche settimane o dopo decenni. Questo suggerisce che possiamo allungare (in modo considerevole e senza rischi apparenti) la durata della vita umana: infatti, quando i due gemelli spengeranno le candeline del loro decimo compleanno, saranno vivi da quarant’anni.

Ma un recente articolo ci ricorda che – indipendentemente dai successi della medicina – il miglior modo per allungare la propria vita è accumulare denaro ed evitare di fumare. Infatti la probabilità di sopravvivere dai 65 agli 85 anni è del 70% per i ricchi contro il 51% per i poveri e del 70% per i non fumatori contro il 33% per i fumatori.

Davide Caramella

Print Friendly, PDF & Email