HomeDialogandoNewsletterApprofondimentoL’APPROFONDIMENTO – 90 secondi

L’APPROFONDIMENTO – 90 secondi

Il periodo Triassico è quello nel quale inizia la fase più recente (e interessante) della vita sul pianeta: circa 252 milioni di anni fa la Terra usciva da una delle sue più drammatiche estinzioni di massa ed entrava in un lungo intervallo di tempo durante il quale sarebbero convissuti giganteschi dinosauri e piccoli ma risoluti mammiferi, che nella successiva era cenozoica avrebbero finito per soppiantare i dinosauri nel dominio del pianeta.

Se paragonassimo il tempo trascorso dall’inizio del Triassico ad oggi alla durata di un giorno, un istante dopo la mezzanotte saremmo in compagnia degli antenati dei dinosauri e solo alle 23, 58 minuti e 30 secondi vedremmo comparire i primi esemplari della nostra specie.

Su questa scala geologica, l’intera vicenda di Homo sapiens, dai primi vagabondaggi nella savana africana, alle migrazioni negli altri continenti, alle civiltà che si sono avvicendate nella nostra storia, all’attualità, tutto questo si esaurisce in appena 90 secondi.

Oggi 90 secondi è quanto ci resta da vivere, o almeno questa è l’indicazione dell’orologio dell’apocalisse, riportata con evidenza dai mezzi d’informazione.

Qui i secondi non sono una misura di tempo, ma sono il risultato di una valutazione fatta dal “Bulletin of the Atomic Scientists” che stima la probabilità che si verifichi un’imminente estinzione della specie umana.

È importante notare che questo particolarissimo cronometro non parte da un istante dopo la mezzanotte, ma dalle 23 e 53 minuti. Infatti 7 minuti all’estinzione furono arbitrariamente scelti dal “Bulletin of the Atomic Scientists” nel 1947, quando decisero di far partire l’orologio nel pieno della guerra fredda per quantificare il rischio di una guerra nucleare tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Non a caso, nel gruppo di scienziati che promossero l’iniziativa, erano presenti alcuni dei membri del progetto Manhattan, quello che portò allo sviluppo delle bombe atomiche sganciate sul Giappone per porre fine alla seconda guerra mondiale.

La posizione delle lancette viene rivista due volte l’anno: le lancette possono essere lasciate in posizione invariata oppure possono essere portate avanti o indietro. Il punto più lontano dalla mezzanotte – ben 17 minuti (1020 secondi) – fu raggiunto nel 1991, nel clima di ottimismo causato dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica e dalla fine della guerra fredda.

L’ultima volta nella quale la posizione delle lancette è stata variata risale al 2020, quando il “Bulletin of the Atomic Scientists” spostò l’orologio in avanti, portandolo a 100 secondi alla mezzanotte.

L’ulteriore spostamento in avanti non è stato preso alla leggera (non siamo mai stati così vicini alla mezzanotte) ed è stato motivato dal perdurare della guerra in Ucraina, con l’aumento del rischio di una escalation nucleare. Ma la valutazione tiene conto anche di altri fattori: il riscaldamento globale, i rischi biologici (come la recente pandemia) e i pericoli legati all’impiego incauto di nuove tecnologie.

È interessante notare come scienziati rigorosi abbiano scelto di adottare uno strumento che non misura né tempo, né distanza, né probabilità statistica. Hanno preferito usare un orologio come metafora per segnalare – in modo qualitativo più che quantitativo – la loro valutazione dei pericoli ai quali ci espongono le nostre scelte politiche, economiche e tecnologiche.

L’orologio è quindi un segnale di allarme, un incoraggiamento a cambiare i nostri comportamenti individuali e collettivi, non dissimile da quello dei medici antichi che (senza sofisticati strumenti diagnostici o elaborati metodi predittivi) raccomandavano ai loro pazienti – per evitare una morte prematura – la dieta, ovvero il rispetto di un ordinato stile di vita.

Ogni programma dietetico o politico richiede cambiamenti. Ciò che già in età classica era ben noto è quanto sia difficile cambiare in modo radicale e al tempo stesso proteggere il benessere degli individui e della collettività.

Davide Caramella

 

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