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Elena Greggia / Author

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Quando sediamo in meditazione, iniziamo ad accorgerci delle frizioni negative che scorrono dentro di noi e impariamo semplicemente ad accoglierle. Dietro a ciascuna di esse, scopriamo che

Tutti noi abbiamo un'aspirazione profonda alla felicità: chanda è termine della lingua pali che indica il nobile desiderio di felicità. E' qualcosa che va vista da vicino e compresa. Cos'è quel fluire dolce che a volte sentiamo dentro di noi e che colora e trasforma

Tutti sentiamo, in qualche modo, che esiste qualcosa di più grande di noi. Eppure, stentiamo ad aprirci all'ascolto. A volte accade perché osservando un cielo stellato abbiamo un'intuizione o ci si apre uno spazio di contatto più profondo o accadono eventi che paiono avere l'aspetto

A volte accade che un pensiero non utile non molli la presa. Seguendo l'insegnamento orientale, avete pazientato, avete immaginato un buon maestro accanto a voi, avete cercato di dirigervi verso modi sani. O persino avete cercato di distrarvi. Ma quella rabbia o desiderio

Quando, seguendo l'insegnamento orientale, iniziamo a prenderci cura del nostro linguaggio (e in una del nostro stato mentale), inizialmente ci troviamo a fronteggiare le nostre abitudini emotive. Occorrerà pazienza nel riceverle e lasciarle andare.

Sfogarci, lamentarci, arrabbiarci. Raccontare i nostri travagli. Indulgere nella scontentezza. Nella irritazione. Ciascuno è attraversato da stati d'animo non utili: avversione, avidità, paura, sfiducia, tristezza. Cosa accade quando li esprimiamo con parole? Cosa, invece, quando con atto del cuore decidiamo di lasciarli da parte