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EDITORIALE: Soggetti religiosi e fiscalità

La polemica circa il trattamento fiscale delle strutture gestite dai soggetti religiosi e dedicate all’accoglienza a pagamento, le c. d. case per ferie et similia, non è nuova come non lo è nemmeno la diversa rappresentazione della realtà che di questo fenomeno forniscono secondo l’uso le parti interessate. C’è, essendo tra l’altro intervenuta da ultimo anche la UE, una normativa tesa a disciplinare la materia (esenzioni per le attività non commerciali), ma l’attenzione è stata ravvivata dal prossimo Giubileo e dall’attesa di numerosi flussi di pellegrini che potranno servirsi di alcune centinaia di strutture disponibili nella città di Roma e dintorni.

A fronte della nota e sperimentata scivolosità delle argomentazioni pro e contra, e soprattutto della tendenza a utilizzare impropriamente i singoli casi, Francesco papa è intervenuto in modo originale, radicalizzando in modo chiaro ed esplicito la (sintetica) regola generale e lasciando quindi alla vigile responsabilità dei coinvolti la valutazione circa il comportamento da adottare: l’esenzione fiscale non è lecita per il soggetto religioso se questi svolge attività di albergo.

In questo suo orientamento lineare e di poche parole, ma di chiara sostanza, Francesco ha attualizzato l’insegnamento del Maestro di cui egli è pro-tempore Vicario con una declaratoria moralmente e civilmente evidente, oltre che comprensibile, per credenti e non: a fronte di una tendenza diffusa a cercare nelle disposizioni, particolarmente se ambigue, la copertura alle proprie scelte, Francesco addita la libera scelta nell’ambito di un chiaro principio.

La risposta folgorante di Gesù (Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio) ai suoi pericolosi provocatori, riportata non solo nei Sinottici, ma anche in alcuni Apocrifi, oltre a toccare un argomento particolarmente sensibile, come si direbbe oggi, dato che per l’imposizione delle tasse sorsero insurrezioni armate contro gli occupanti e che (secondo Luca) fu anche un argomento di accusa nel processo, è anche il punto d’inizio (oltre duemila anni or sono) del principio filosofico che porta alla lunga e tormentata via verso la moderna separazione dei poteri.

L’annotazione o commento che Francesco papa, parlando alla radio portoghese, si sia rivolto agli abitanti dei quel Paese e non ad altri potenziali interlocutori sembra presentare, considerata la statura di chi parla e l’importanza non marginale del tèma, qualche affaticamento.

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