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Nella parte precedente ci eravamo lasciati ad un bivio: un percorso che, da una parte, porta verso l'esterno, verso lo studio del cosmo, mentre dall'altra va verso l'uomo e la sua essenza. Oggi seguiamo il filo che ci porta verso il come è fatto, il come funziona. Un percorso che conduce verso l'origine del cosmo e quello che siamo. L’argomento del "come funziona" potrebbe partire dalla parola Cosmo che indica, secondo alcuni, non soltanto un universo, ma un insieme di universi (e la fisica moderna considera infatti un'infinità di universi possibili)

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Se le parole servono, la comunicazione è più o meno efficace in rapporto al chiarire o meno le idee. Dipende da come si usano. Sul modo di esporre, per esempio sulla stampa, le molteplici vicende del Califfato incombe una generale abitudine di usare terminologie equivalenti, di per sé non sbagliate, che hanno nondimeno la conseguenza di avvolgere il tema in un politicamente corretto specifico sterilizzante (almeno in parte) concetti di base con il rischio

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Diversi elementi uniscono due mondi apparentemente così differenti come la poesia, espressione emozionale, e lo studio dell'universo, che pare aprire unicamente ad un discorso oggettivo. I due piani di oggettività e di soggettività possono fondersi e dare origine alla più bella “Musica delle Sfere”, che prende forma dentro di noi. Per permetterci di compiere un meraviglioso viaggio, che sarà essenzialmente un percorso dentro quello che siamo

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Una delle (tante) difficoltà che la scienza incontra nell’analisi della situazione climatica del pianeta, finalizzata a individuare comportamenti atti a correggere pericolose interferenze antropiche con il sistema climatico, è la prospettiva temporale molto lunga nell’ambito della quale i fenomeni da osservare si svolgono. Da un lato, quindi, osservazioni ed accertamenti che inducono a stime o previsioni di un certo tipo e

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Dalle accuse reciproche che si stanno scambiando i due capi di stato a seguito dell’abbattimento dell’aereo militare spuntano anche riferimenti specifici, ovviamente rimbalzanti e negati, a forme di finanziamento attraverso il commercio illegale di petrolio verso il singolare stato del califfo il quale sta dando pratica dimostrazione di capacità quasi divine (non per nulla) resistendo impavido agli attacchi di una

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La recente esperienza elettorale francese suggerisce l’opportunità di non mescolare alla politica anche la retorica (Oltralpe come da noi), esercizio che oltre a non avere mai portato beneficio ad alcuno, eccettuato -in modo temporaneo- qualche trombone, aumenta altresì la difficoltà di capire. Se dalla comprensione della realtà, quantomeno nella misura del possibile, si ritiene che valga la pena fare partire la decisione politica

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È possibile comprendere una strage? E ancora: è possibile parlarne guardando la televisione, indecisi se optare per l’odio carico di paura o il perdono per qualcosa che non ci tocca personalmente? No, non si può parlare di quel gesto, non si possono capire quelle morti o l’atto di giovani impazziti a cui il reale non offre altro che il martirio. Si può, però, provare a comprendere cosa è mancato perché quei gesti, quell’inumano odiare che si ripete troppo spesso e in troppi luoghi, potessero prorompere improvvisi e letali

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I due libri che, secondo l’usata pubblicità, avrebbero fatto tremare il Vaticano sono usciti ed hanno anche trovato una coincidenza mediatica nell’ultima scena della vicenda dei due corvi. Ora essi sono diventati tre e rinviati a giudizio, con i due giornalisti, sotto l’imputazione di aver diffuso documenti riservati. Parafrasando una domanda storica (Ist Paris verbrennt?), qualcuno si chiede: il Vaticano ha tremato? Non ha molta importanza rispondere, ma capire qualcosa di più

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Venerdì 13 novembre ero a Parigi per partecipare a un Congresso di psicoanalisi che avrebbe dovuto avere luogo il giorno seguente sul tema “Faire couple”. Il Congresso è stato ovviamente annullato per ragioni di sicurezza, come tutte le manifestazioni pubbliche quel giorno. I boulevards deserti raccontavano di una Parigi come non avevo mai visto. I colleghi che ho incontrato sabato mattina erano sbigottiti, smarriti. Non avevano risposte su quel che era successo, e i responsabili politici, sentiti in tutte le televisioni, parlavano

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Dopo anni di più o meno sottili equilibrismi per evitare di dover riconoscere una realtà sgradevole e prendere conseguenti ed ancora più sgradevoli decisioni, l’Europa, pur con diverse sensibilità, realizza di essere in guerra. Una guerra formalmente anomala, come formalmente è anomalo il Paese che la muove, ma non per questo sostanzialmente troppo diversa dalla guerra in sé, non tanto come la si ricorda in termini tradizionali

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