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L’EDITORIALE – Buone vacanze

Temporibus illis in ambiente universitario circolava una storiella, una barzelletta vagamente sboccata secondo il tradizionale spirito goliardico, la quale -resa ora neutra dai soliti e più espliciti riferimenti anatomici- può perfino accompagnare questo ultimo e accaldato numero della nostra Rivista che va in pausa estiva e desidera, come ogni anno, salutare con simpatia i suoi lettori vicini e lontani.
Dunque, ascoltate.

Avvenne che alcuni fulminati, oltre a tutto ingainati (in campagna si usava far ubriacare la gallina, la gaìna appunto, perché rimanesse a covare invece di andare in giro a perdere tempo), un giorno si stancarono di discutere del più e del meno senza mai fine o venire a capo di qualcosa e decisero di passare all’azione avviando una nuova fase pragmatica con un esperimento che richiedeva, all’evidenza, sangue freddo, competenza, capacità di concentrazione, intuito psicologico e una certa disponibilità a mettersi in gioco.

A turno si sarebbero affrontati due giocatori che, l’uno, avrebbe disposto in bella vista un suo dito su di un prezioso tavolo di marmo bianco di Carrara (peraltro di proprietà altrui e a essi affidato in uso) e, l’altro, gli si sarebbe piazzato davanti provvisto di un pesante martello da scalpellino: la fase pragmatica consisteva nell’agire simultaneamente al via dato dall’arbitro e cioè, da un lato, nel tirare via rattamente il dito prima che il colpo di martello vi atterrasse sopra spiaccicandolo e, dall’altro, nel riuscire a centrare il dito senza però danneggiare il prezioso tavolo di marmo che gli stava sotto: vinca il migliore.

Andò che chi metteva il dito pensò con fine psicologia: “Vuoi che quello sia proprio così cretino da tirare la martellata rischiando oltre a tutto di scheggiare il tavolo?” e chi brandiva il martello pensò contemporaneamente con non minore intuito e sagacia: “Vuoi che quello sia proprio così cretino da non muoversi e togliere il dito rischiando sia il dito sia il tavolo?”.

Come accade nella vita degli uomini anche le cose apparentemente più sciocche e insulse escono talvolta dalla fantasia e diventano all’improvviso realtà intorno alle cui scheggiature ci si interroga poi a posteriori, ma inutilmente.

 

Allora buone vacanze (tralasciando, se possibile, quelle intelligenti), buone letture, buone scritture, buoni pensieri e migliore ritorno agli esami di riparazione a settembre.

E ancora grazie per averci seguiti in tutti questi mesi.

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