HomeDialogandoNewsletterApprofondimentoL’APPROFONDIMENTO – Foto 51

L’APPROFONDIMENTO – Foto 51

Le Nazioni Unite hanno scelto l’11 Febbraio per celebrare la giornata internazionale delle donne e ragazze nella scienza, con il fine di sottolineare l’importanza della diversità nell’ambito della ricerca e di potenziare la promozione della scienza e della tecnologia, con beneficio di tutti.

Nel suo messaggio di quest’anno, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha precisato che le donne non arrivano a coprire nemmeno un terzo dei posti di lavoro in ambito scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico e sono persino meno numerose in campi ancor più all’avanguardia: per esempio, soltanto un professionista su cinque che si occupi di intelligenza artificiale è donna.

Questo messaggio è equilibrato e onesto, per esempio quando ricorda come in troppi luoghi nel mondo il diritto all’istruzione di donne o ragazze venga ancora oggi limitato o completamente negato.

Ciò di cui si sente la mancanza è un gesto di esplicito riconoscimento di tutte quelle occasioni nelle quali in passato il ruolo delle donne nella scienza è stato attivamente ostacolato o disconosciuto lasciando nella storia una memoria amputata.

Questo è sicuramente il caso della foto 51, la cinquantunesima foto eseguita da uno studente di Rosalind Franklin nel maggio 1952 con una tecnica messa a punto da questa straordinaria ricercatrice che si basava sull’utilizzo di raggi X per produrre fotografie ad alta definizione dei filamenti di DNA.

Tale foto, che dimostrava chiaramente per la prima volta la struttura a doppia elica del DNA, fu utilizzata a insaputa di Rosalind Franklin dal suo collega Wilkins, che la condivise con Watson gettando le basi per il conseguimento del premio Nobel, attribuito nel 1962 a Crick, Watson e Wilkins proprio grazie alla loro scoperta della struttura a doppia elica del DNA.

L’episodio della foto 51 ci dice molte cose sulle donne nella scienza, in primo luogo come sia facile sottovalutare il loro contributo: a tale riguardo basta pensare che, pur di non dire che la foto 51 è stata frutto della ricerca originale di Rosalind Franklin, ancora oggi si valorizza il nome dello studente (maschio) che l’ha materialmente eseguita.

In secondo luogo si accetta come fatto scontato che il lavoro svolto da una scienziata possa essere impunemente rivendicato come esclusivamente proprio da parte di colleghi maschi, che spesso si dimostrano capaci di appropriarsene senza alcun imbarazzo e senza nemmeno citare il contributo della scienziata che hanno derubato.

In terzo luogo si può osservare come le donne scienziato abbiano sovente un’incredibile “signorilità” (uso di proposito questo vocabolo sessista) di fronte ai soprusi di cui sono vittime. Nel caso di Rosalind Franklin ricordo come lei abbia lasciato senza clamore il King’s College e non sia mai entrata in polemica con i colleghi che si erano appropriati del suo lavoro senza citarla.

E vorrei anche ricordare come Rosalind Franklin abbia saputo condurre in seguito altre ricerche originali di alto valore scientifico come quella sull’RNA del virus del mosaico del tabacco, che la vide sostenere opinioni difformi da quelle dominanti ma che alla lunga si dimostrarono corrette.

In segno di resipiscenza ci si potrebbe attendere che il prossimo 11 febbraio la scoperta della struttura a doppia elica del DNA fosse simbolicamente attribuita dalle Nazioni Unite al quartetto: Franklin, Watson, Crick e Wilkins. Ma probabilmente sarà un’attesa vana.

Davide Caramella

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